Pescecani, quelli che si riempiono le tasche alle spalle del Paese che affonda

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Mentre la crisi metteva in ginocchio il Paese, gli italiani perdevano il lavoro e arrivare alla fine del mese diventava sempre più difficile, c’era qualcuno che ne approfittava per riempirsi le tasche. Impossibile? No, purtroppo, possibilissimo. E’ il grido di Mario Giordano, il direttore del Tg4 che per Mondadori ha pubblicato grandi inchieste su ingiustizie e sprechi del nostro Paese.
E Pescecani (Mondadori, 228 pagine, 18 euro – disponibile anche in ebook) si inserisce in questa strada. I nuovi pescecani sono i ras di provincia, i Paperoni dell’ultima ora, l’asse portante di un’Italia sconosciuta che non fa i conti con le bollette e la spesa al supermercato, ma vive nel lusso e negli agi, conquistati grazie a comportamenti indebiti, ingiusti o illegali.
Si va dagli imprenditori che hanno creato il loro impero attraverso un sistema di tangenti ai furbetti dell’evasione, dagli sciacalli che si sono buttati a pesce sulle disgrazie nazionali (terremoti, alluvioni..) ai vampiri della pubblica amministrazione che continuano a dissanguare le casse dello Stato con i loro privilegi, fi no ad arrivare ai pescecani istituzionali (le banche e i grandi affaristi della sanità) e ai pescecani più piccoli e folcloristici (maghi, ciarlatani e preti truffatori).
Tutti quelli, insomma, che in questi anni hanno approfittato delle difficoltà degli italiani per trarne un indebito e sorprendente vantaggio, una nuova classe di agiati che ha attraversato gli anni della crisi fra ostriche e champagne, feste e yacht, Rolex e Porsche. Alle spalle di tutti noi.

Il nababbo di Treviso? Possiede 163 motociclette, 155 bici da corsa, 70 fra yacht e motoscafi e 493 auto, compresa la Jaguar di Diabolik. Tutto gelosamente custodito in una decina di capannoni. Collezionismo estremo: per soddisfarlo, ha sottratto 40 milioni di euro alle banche e messo 700 dipendenti sulla strada. Il Corona di Arzignano? Guadagnava 9 milioni di euro, denunciava al fisco 177 euro. Lo 0,0001 per cento. Il suo mito? Il re dei paparazzi Fabrizio Corona. La sua vita? Una cavalcata tra eccessi, belle donne e champagne. Le tasse? “Una parola complicata.” Si sente un evasore? “Dov’è il problema? No go copà nisun.” Non ha ammazzato nessuno. Eccoli qui i pescecani, quelli che negli ultimi anni si sono arricchiti alle spalle degli italiani che tiravano la cinghia. Pare che siano sempre di più e i dati parlano chiaro: la crisi non ha aumentato solo le differenze tra ricchi e poveri, ma anche la percentuale di chi fa soldi in modo illegale. E il rischio è che, voraci come sono, i pescecani si stiano impadronendo del Paese. Che siano proprio loro a comandare, del resto, è apparso evidente quando è saltato il tappo della Cupola di Roma. E a chi chiede perché i problemi non si risolvono, ecco spiegata la ragione: perché ci sono loro, i pescecani, che nei nostri problemi ci sguazzano. E fanno soldi.

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