La globalizzazione del nulla, quando l’abbondanza porta con sé la perdita

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Avere sette anni e non sentirli. Nell’anno di Expo, quando a Milano il mondo si interroga su un tema fondamentale per lo sviluppo di una civiltà che tale voglia definirsi: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, il libro La Globalizzazione del Nulla (George Ritzer, Slow Food Editore, 303 pagine, 13,50 euro) è, infatti, quanto mai attuale.
“L’abbondanza porta con sé la perdita, riporta in sintesi George Ritzer, docente di sociologia all’Università del Maryland e direttore della Encyclopedia of Sociology (Blackwell, Oxford), noto per avere elaborato criteri interpretativi della società occidentale contemporanea partendo da modelli weberiani. Per la collana Terra Madre di Slow Food Editore, il teorico della mcdonaldizzazione prosegue la sua analisi critica di un mondo dominato dal nulla, ovvero da “forme sociali che, ideate e controllate centralmente, sono prive di contenuti distintivi”: catene di supermercati, negozi in franchising, parchi di divertimento, vendite via telefono sono esempi di non-luoghi in cui non-persone offrono non-cose e non-servizi. La tesi di fondo del libro, avverte Ritzer nella prefazione, è che “globalizzazione e nulla (almeno nel senso di forme concepite e controllate centralmente che sono in realtà largamente vuote) procedono di pari passo”. Dopo avere tentato di definire il nulla, l’autore introduce un nuovo elemento di analisi del fenomeno della globalizzazione, considerando accanto alla glocalization (l’interazione globale-locale) la grobalization (l’espansione determinata dagli imperativi della crescita): due processi conflittuali, interni alla stessa logica, che potrebbero determinare la morte del locale e il trionfo definitivo del globale.

Assolutamente da leggere.

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