Ragazzo ucciso per errore davanti discoteca, inizia processo

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Il pregiudicato 38enne Cosimo Magaletti avrebbe confessato al suo compagno di cella di aver ucciso il 33enne Giuseppe Di Terlizzi, assassinato per errore il 10 aprile 2011 all’esterno della discoteca barese H25. Il particolare e’ stato rivelato agli inquirenti baresi da Giuseppe Simeone, il pluripregiudicato in carcere da alcuni giorni per l’omicidio dello spacciatore Cristian Midio e che ha deciso di collaborare con la giustizia. Il neo pentito ha raccontato di essere stato detenuto alcuni anni fa nella stessa cella di Magaletti, ritenuto vicino al clan Strisciuglio di Bari, il quale gli avrebbe confessato il delitto Di Terlizzi. Gli avrebbe detto di averlo ammazzato per errore, mentre puntava l’arma contro un’altra persona. Magaletti ha chiesto di essere processato con rito abbreviato. Risponde di omicidio volontario, detenzione e porto illegale di arma da sparo. Nell’udienza dinanzi al gup del Tribunale di Bari Antonio Diella si sono costituite parti civili i familiari della vittima e il Comune di Bari. Stando alle indagini della Squadra Mobile, coordinate dal pm Antimafia di Bari Giuseppe Maralfa, Di Terlizzi fu colpito alla testa da un colpo d’arma da fuoco che gli procuro’ gravissime ferite, a causa delle quali mori’ il 12 aprile successivo. Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori una violenta lite tra due gruppi di giovani all’esterno della discoteca sarebbe degenerata con l’esplosione di numerosi colpi d’arma da fuoco da parte di Magaletti. Per errore fu ucciso Di Terlizzi, ma il vero obiettivo sarebbe stato un presunto affiliato al clan Mercante del quartiere Liberta’, anche lui armato di revolver, che pochi istanti prima avrebbe tentato di esplodere altri colpi contro un ragazzo dell’opposta fazione. Il tentativo falli’ poiche’ l’arma si inceppo’. Nei confronti del presunto bersaglio di Magaletti, all’epoca del fatti minorenne, e’ in corso un processo dinanzi al Tribunale per i Minori di Bari per i reati di tentate lesioni, detenzione e porto dell’arma.

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