Popolare Bari aderisce ad Atlante fino a 50 mln

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Si apre il ‘paracadute’ di Atlante sulla Popolare di Vicenza. Nel giorno in cui il cda dell’istituto si riunisce per fissare la forchetta di prezzo dell’aumento di capitale da 1,75 miliardi, Unicredit ha raggiunto con Quaestio Sgr un accordo che prevede il subentro nella garanzia. Se come nelle attese, domani la Consob dovesse dare il via libera all’operazione l’offerta potrebbe partire mercoledi’. E’ atteso inoltre a breve, lo ha anticipato nel fine settimana il ministro Pier Carlo Padoan, il varo del decreto che dovrebbe ridurre i tempi di recupero crediti e regolare i rimborsi agli obbligazionisti interessati alla questione delle quattro banche in risoluzione. Al momento pero’ nessuna riunione del Consiglio dei ministri risulta convocata e non si esclude che l’appuntamento possa slittare ancora di una settimana prossima. Magari anche per attendere la decisione del Tar sul decreto Salvabanche, attesa tra una settimana “L’intervento del fondo, che avra’ efficacia al raggiungimento degli obiettivi di raccolta minima (ha gia’ messo a segno quasi 4 miliardi di impegni di sottoscrizione, ndr), e’ coerente con le sue finalita’ istituzionali ed e’ subordinato al conseguimento delle necessarie autorizzazioni e approvazioni da parte delle competenti Autorita’ (Bce, Banca d’Italia e Consob) ed al rispetto dei vincoli regolamentari del fondo stesso” spiega la societa’ di gestione guidata da Alessandro Penati che ha siglato l’intesa con Unicredit per conto di Atlante. Proseguono le adesioni, giunte sulla soglia dei 4 miliardi di euro, e oggi si registra l’impegno formale di Ubi (200 milioni), Banca Popolare di Sondrio (50 milioni), Banca Popolare di Bari (50 milioni) e Fondazione Crt, azionista di Unicredit, che ha aderito sottoscrivendo la quota prevista di 50 milioni di euro.
Il banco di prova sara’ l’aumento di Popolare Vicenza. In attesa che si alzi il velo sulla forchetta di prezzo si rispolverano i giudizi degli analisti. Sia Mediobanca che Kepler Cheuvreux che Jp Morgan considerano gli obiettivi del piano industriale troppo ottimistici e tagliano le stime di utile, fissati dal management in 202 milioni al 2018 e in 309 milioni al 2020. Gli unici analisti che hanno ‘prezzato’ la Bpvi sono quelli di Mediobanca, che valutano l’istituto tra gli 1,1 e gli 1,6 miliardi di euro, incluso l’aumento di capitale e senza considerare i rischi legali e di liquidita’, al momento “non quantificabili”. La possibilita’ che la Vicenza possa valere meno delle risorse che si appresta a chiedere al mercato, secondo Piazzetta Cuccia, dunque esiste. Le banche del collocamento (Mediobanca, Jp Morgan, Deutsche Bank, Bnp Paribas e Unicredit) a conclusione del premarketing, il sondaggio con gli investitori non hanno potuto far altro che constatare che non si tratta di un’operazione semplice.

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